Nel 2005 vede la luce il terzo racconto per immagini, intitolato Catone l’antico e dedicato alla figura di Marcio Porcio Catone, generale e uomo politico romano.
Corti ne rimane affascinato perché si tratta di “una figura emblematica per il suo e per il nostro tempo. In piena epoca repubblicana impersonificò tutta la forza della più pura tradizione romana, che si fondava sul mos maiorum, il costume degli avi, [ovvero] la virtù virile, la fedeltà, la pietas religiosa, la grandezza d’animo. E inoltre il “dare a ciascuno il suo””.
Un personaggio che secondo Corti è ben attuale e porta un messaggio anche per i nostri tempi: “Vedo nella sua vicenda umana un modello anche per noi: la cultura dominante, quella che si sta sempre più spandendo in occidente, è piena di marcio, come quella contro cui combattè Catone. Corriamo pericoli analoghi, che minacciano la nostra cultura e la nostra civiltà. E basti pensare allo sfasciarsi della famiglia e alla nuova schiavitù prospettata dall’abuso della scienza e della tecnica. Anche la letteratura e l’arte testimoniano questo grave pericolo: quelle oggi imperanti sono piene di niente e di brutto, sono in disfacimento. Ma noi veniamo da una storia di verità e di bellezza”.
Il libro ha un buon eco nella stampa ed è attualmente giunto alla terza edizione.
Alla fine della sua carriera letteraria Eugenio Corti può finalmente dedicarsi al periodo storico che più ha amato: nel 2008 esce Il Medioevo e altri racconti.
Il libro è diviso in due parti: la prima è dedicata alla beata Angelina da Montegiove (1377-1435): “Desideravo scrivere un libro sul Medioevo, l’epoca che più amo. Però quando ho iniziato a trattarlo ho finito per scegliere come protagonista una lontana antenata di mia moglie, un personaggio dallo spirito moderno: la beata Angelina di Marsciano, che ha lottato tutta la vita perché le donne che si consacravano a Dio e costituivano un monastero potessero unire la vita attiva a quella contemplativa”.
La seconda parte del volume racchiude una quindicina di testi brevi, scritti nell’arco di un quarantennio, che accanto agli indimenticabili ricordi di guerra, allineano interventi sulla contestazione del ‘68, istantanee di amici esemplari (don Carlo Gnocchi, in primis), una suggestiva Apocalisse anno duemila e un originalissimo ex-voto per san Michele Arcangelo: “San Michele ha combattuto a capo degli angeli fedeli contro gli angeli indemoniati. E’ la battaglia del bene contro il male: questo dovrebbe essere l’ideale dello scrittore. E’ questa, per quel poco che posso, la mia battaglia”.