Gli ultimi anni di Eugenio Corti trascorrono accompagnati dall’affetto dei lettori e da una insolita attenzione da parte delle istituzioni; anche se, come dirà in un’intervista a proposito della Medaglia d’Oro conferita dal presidente della Repubblica, “Sì, mi è arrivata a casa la comunicazione. Ma è andata mia moglie a ritirarla, a me quelle ‘mascherate’ lì…” (Tempi, 28/06/2013).
Nel 2007 riceve l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano, nel 2009 il Premio Isimbardi della Provincia di Milano, nel 2010 il premio La Lombardia del Lavoroda parte della Regione Lombardia, nel 2011 arriva il Premio Beato Talamoni(Provincia di Monza e Brianza), infine del 2013 il Presidente della Repubblica italiana conferisce ad Eugenio Corti la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte.
E’ di questi anni (2010) un documentario diretto da Claudio Costa sulla storia dell’Italia dopo l’8 settembre, narrata da Eugenio Corti in qualità di combattente del Corpo Italiano di Liberazione.
Nel 2011 si costituisce un comitato per proporre la candidatura di Eugenio Corti al Premio Nobel per la letteratura; la Provincia di Monza e Brianza e la Regione Lombardia approvano mozioni di sostegno all’iniziativa, François Livi, ordinario di lingua e letteratura italiana alla Sorbona di Parigi, ne è l’entusiasta sostenitore a livello accademico («Un autore scomodo, un testimone, un vero profeta del Novecento. Meriterebbe ampiamente di vincere il Nobel della letteratura», Intervista a François Livi).
Il documento programmatico del comitato è disponibile a questo link.
Eugenio Corti resta molto realistico sulle possibilità di vedersi attribuito il Nobel:
“Li ringrazio molto, ma per un cattolico oggi è molto difficile ricevere questo premio. C’è grande difficoltà ad accettare la cultura cristiana. Il Nobel è un’istituzione prestigiosa, ma in anni recenti è stato premiato anche chi con la cultura ha poco a che fare… A me basta che le mie opere siano conosciute e che magari Il cavallo rosso venga letto nelle scuole. Poi penso sempre che se non hanno dato il Nobel a Tolstoj, posso star tranquillo….”
(La Nuova Bussola Quotidiana, 05/12/2014 – l’intervista è del 15/01/2011)
Il pensiero sull’aldilà è presente in maniera molto serena; nella stessa intervista citata poche righe fa gli viene chiesto se si vede ancora scrittore dopo la morte:
“No… Penso di aver scritto abbastanza. In cielo vorrei soltanto riabbracciare i miei genitori, i miei fratelli, tutti quelli che ho amato sulla terra. Ho sempre ammirato la carità irraggiungibile di mio fratello, missionario in Ciad e di un altro, medico, che ha fondato un ospedale in Uganda. Io mi sono impegnato con la penna a trasmettere la verità. Ma fino a che punto ci son riuscito è un punto interrogativo. Per me la cosa più importante è la misericordia divina. Ho fatto tanti errori, ma quando mi presenterò a Dio credo che mi riterrà ancora uno dei suoi”.
In occasione del compleanno per i suoi 90 anni, oltre ai festeggiamenti ufficiali, riceve gli auguri anche dallo spazio, da parte dell’astronauta italiano Paolo Nespoli all’interno della Stazione Spaziale Internazionale.
Eugenio Corti si spegne serenamente il 4 febbraio 2014 a Besana Brianza.